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Allo Julia esplode la creatività degli studenti tra Sirtaki, teatro, coro e musica
La sarabanda finale sulle note del Sirtaki e della pizzica calabrese con ragazze e ragazzi truccati e vestiti con abiti di altri tempi, in uno straordinario ponte tra passato, presente e futuro, tutti a ballare felici, sfrenati, uniti, liberi è l’immagine che resta impressa della Notte del liceo Classico allo Julia di Acri. Insieme alla follia geniale di una carrozzina per neonati ricavata in una carriola adorna di simboli di pace che chiude l’Hecyra di Terenzio targata Piero Malito e alla toccante testimonianza di Pasquale Viola, medico calabrese, rimasto nella sua terra e formatosi proprio tra le mura del liceo acrese.
Nel resto d’Italia la notte del liceo Classico è un evento che punta a valorizzare e difendere un istituto superiore sempre a rischio estinzione nella scuola del terzo millennio. In Calabria, ad Acri, diventa qualcosa di più: non solo una scuola da abbracciare, ma l’occasione per riscoprire radici sepolte nel proprio Dna e spesso, troppo spesso, dimenticate, se non denigrate o nascoste. Così nella Notte del liceo Julia intitolata “Omnia vincit amor”, appena varcato il cancello dell’istituto, si finisce in un altro mondo in cui abiti da sera e giacche del ventunesimo secolo si mescolano con naturalezza a tuniche, mantelli, vesti regali di duemila anni fa, in un turbinio di acconciature, trucchi, corone e spalle scoperte neanche fosse ritornata viva la stessa Pompei.
Poi è solo festa: balli su note antiche, l’Hecyra di Terenzio messa in scena dal regista Malito, le testimonianze come quella di Viola, di Angelo Vaccaro e Laura Marchianò, per comprendere che lo studio, soprattutto al Classico, apre le porte per carriere che è possibile portare avanti anche nella propria terra, senza l’obbligo dell’emigrazione. E ancora il coro, l’orchestra diretta da Fabio Capitano, e i tanti sketch preparati dalle singole classi. Uno straordinario mix con protagonisti gli studenti divenuti padroni della propria scuola, del proprio passato, del proprio destino. Per una notte, ma, perché no, anche per tutta la vita. Un solo aggettivo per descriverli: bellissimi. Tutti. E allora, come urlavano i ragazzi ormai passata la mezzanotte: viva il liceo Classico, viva il liceo Julia.